Il curculionide vive a spese della vite, ma attacca diverse altre piante tra cui pero, melo, susino, ciliegio, mandorlo e cotogno tra i fruttiferi e acero, betulla, faggio, olmo, salice, tiglio, quercia, pioppo, frassino, betulla ecc. tra le latifoglie.
Gli insetti creano danni ai germogli compiendo erosioni a bastoncello sulla pagina superiore delle foglie, incidono il picciolo e uniscono una o due foglie arrotolandole, formando dei sigari nel cui interno depongono le uova.
Le giovani larve si sviluppano all’interno di questo sigaro allargandolo man mano che crescono; sverna come adulto in una cella pupale nel terreno, fuoriesce in aprile-maggio iniziando a nutrirsi a spese delle gemme e foglie.
Dopo l’accoppiamento la femmina aiutata dal maschio provvede a formare il sigaro dove depone al suo interno da 1 a 10 uova, questa operazione viene ripetuta più volte.
Passati una decina di giorni nascono le neanidi che in 20-30 giorni completano lo sviluppo e abbandonano i sigari, caduti precedentemente a terra, per interrarsi a 15-25 cm di profondità ed impuparsi entro una cella preparata nel terreno.
In una decina di giorni si compie la metamorfosi e diventa adulto rimanendo immobile entro la sua cella puparia sino alla primavera successiva.
Nell’ambito della difesa, di norma non si prevedono interventi ma se l’infestazione è di forti proporzioni si può intervenire contro gli adulti con Acephate, Endosulfan, Quinalphos.
Per limitare l’attacco è consigliabile la raccolta e distruzione dei sigari caduti in terra.