L’afide vive sia su rose coltivate che su quelle selvatiche come ospite primario; sulle Dipsacacee (Dipsacus e Scabiosa) e Valerianacee (Valeriana e Centranthus) come ospite secondario.
Lo si può trovare nel periodo estivo su alcune piante da frutto (fragola, more, melo e pero).
Il danno provocato dal fitomizio riguarda le giovani foglie, i bottoni fiorali con relativi peduncoli.
La pianta attaccata ha dei rallentamenti di crescita con danneggiamento grave ai fiori. Inoltre l’afide produce abbondante melata che può provocare danni indiretti come: ustioni asfissia e instaurazione di fumaggine non ché, deturpando i fiori e la vegetazione, anche notevoli danni estetici.
L’afide inizia a infestare le piante in primavera proseguendo sino all’autunno; svernano come uovo, ma se l’autunno è mite il ciclo continua alla primavera successiva.
La lotta è prevalentemente chimica, ma bisogna tener presente i predatori naturali (Ditteri sirfidi e Cecidomidi, Coccinellidi, Neurotteri crisopidi, Trombididi e Imenotteri afididi).
L’uso indiscriminato di Piretroidi (estratto o di sintesi) potrebbe limitare, se non far scomparire l’efficacia dell’entomofauna utile.
Vi sono anche aficidi specifici come: Pirimicarb e Etiofencarb o prodotti a medio spettro di azione come: Fenitrothion, Acephate, Amitraz, Imidacloprid ecc.
Nella lotta biologica o nell’ambito casalingo, consiglio per salvaguardare la nostra salute e quella dell’ambiente il nuovo prodotto Naturalis. oppure in alternativa acqua e alcool (meglio se etilico) addizionato con sapone insetticida.